Non molti sanno che a Londra esiste una City of London, una sorta di stato nello stato, come la Città del Vaticano a Roma. La City è una porzione di territorio di Londra, di soli 2,9 chilometri quadrati, che ha una propria autonomia, un proprio governo, proprie forze di polizia e proprie norme.
La City of London, o semplicemente “The City” è il cuore finanziario di Londra, è il centro delle attività bancarie e assicurative della Gran Bretagna e probabilmente di tutto il mondo in quanto riveste una importanza enorme nel panorama economico globale.
Abbiamo detto in altri articoli che il mondo è in mano ad un Cartello di Banchieri, che dal 1913 con la creazione della Federal Reserve Bank ha imposto a tutto il mondo un sistema di moneta a debito, che, attraverso le banche centrali, sistematicamente, sottrae denaro alla popolazione. Le banche emettono denaro creandolo dal nulla e prestandolo ai governi a fronte di un interesse. Abbiamo spiegato in altri articoli come la crescita del debito e degli interessi hanno una crescita costante, in modo più o meno esponenziale. In altre parole, una sorta di truffa legalizzata.
Nonostante l’enorme cifra di interessi già pagata in passato, tutti gli Stati sono fortemente indebitati. Ad esempio, nel 2024 l’Italia ha raggiunto un debito di 2.965 miliardi di euro e ha pagato interessi annuali intorno ai 90 miliardi. Gli USA hanno raggiunto un debito di ben 34.700 miliardi di dollari e hanno pagato interessi annuali per circa 800-900 miliardi.
Questi banchieri, a partire dalla Federal Reserve Bank, sono riusciti a creare un intricato sistema di partecipazioni azionare in banche, banche centrali e fondi di investimento, che rende impossibile risalire a chi le controlla. Apparentemente sembrerebbe che la gestione del potere sia localizzato negli Stati Uniti.
Ma siamo proprio sicuri che sia così?
O forse il potere era ed è rimasto nella City of London?
Nascita e consolidamento della City
È bene avere una panoramica storica per capire come la grande finanza internazionale si sia sempre mossa motivata da interessi privati ed avidità piuttosto che agire nell’interesse della popolazione, come intendono farci credere oggi. La storia della City ne fornisce un esempio lampante.
La City nasce in periodo romano, ma si costituisce in un territorio autonomo nel 1066 quando Guglielmo il Conquistatore non riuscì a conquistare quel piccolo lembo di territorio e concesse, con la “Carta di Londra”, una certa autonomia agli abitanti della City per garantirsi la lealtà e l’amicizia di quei cittadini. Da quel periodo la City rafforzò la sua importanza economica e amministrativa.
1694 – Banca di Inghilterra
Nel 1694, Re Guglielmo III d’Inghilterra, impegnato nella guerra dei 9 anni contro la Francia di Luigi XIV, era alla ricerca di denaro per finanziare il suo esercito. Allora si pagava in moneta sonante e chi aveva accumulato molta moneta erano in genere i commercianti.
La City, popolata da ricchi mercanti e banchieri era il luogo in cui si era accumulata la ricchezza del paese e dalla City arrivarono gli aiuti finanziari che servivano al Re.
Si fece avanti William Paterson, un mercante scozzese con legami nella City, che presentò un piano per creare una banca che avrebbe prestato denaro alla corona in cambio di privilegi esclusivi. Paterson collaborava con un gruppo di mercanti e finanzieri della City, tra cui Charles Montagu, Cancelliere dello Scacchiere, e Michael Godfrey, un influente banchiere londinese. Peterson proponeva al Re un prestito di 1,2 milioni di sterline ad un interesse dell’8%, ma chiedeva di poter aprire una banca privata, appunto la Bank of England che potesse emettere moneta in nome della Corona Inglese.
La proposta fu accettata dal Re e nel 1694, il Parlamento approvò il “Tonnage Act”, che autorizzava la creazione della Bank of England.
La Banca aveva ottenuto il privilegio di emettere moneta e di prestarla, dietro pagamento di un interesse, sia alla Corona Inglese che ai privati. La Banca d’Inghilterra aveva inoltre il diritto esclusivo di emettere banconote, e fu una delle prime banche ad emettere moneta cartacea legale.
La Banca d’Inghilterra istituzionalizzava così un modello di Banca Centrale privata e di emissione di denaro a debito, influenzando lo sviluppo dei sistemi finanziari moderni con un impatto profondo e duraturo sul mondo bancario globale che è arrivato fino ai nostri giorni.
Ovviamente la Banca d’Inghilterra, che aveva sede nella City, dette un ulteriore impulso alle attività economiche della City, che consolidò il suo predominio finanziario per tutte le attività commerciali delle colonie inglesi e dell’Europa.
XVI secolo – Commercio degli Schiavi
Con l’inizio delle Repubbliche Marinare e dei commerci internazionali, Venezia ebbe un ruolo significativo nel commercio di schiavi che venivano spesso acquistati o catturati nelle regioni orientali (es. Balcani, Crimea, Anatolia) o in Africa settentrionale. Gli schiavi a Venezia erano utilizzati principalmente come domestici, lavoratori agricoli o artigiani. Questo commerciò terminò intorno al XVII secolo. La schiavitù a Venezia non fu mai un fenomeno su larga scala come nelle colonie atlantiche.
A differenza di Venezia, che operava principalmente nel Mediterraneo, la City of London fu un nodo chiave della tratta transatlantica, traendo enormi profitti dal commercio di schiavi africani verso le colonie americane.
Con l’ascesa della potenza navale della Gran Bretagna, la City of London, sede di banche, compagnie commerciali e assicurazioni, divenne il centro finanziario che sosteneva la tratta atlantica, soprattutto per fornire manodopera per le piantagioni di zucchero, tabacco e cotone. Il commercio degli schiavi avveniva attraverso compagnie commerciali come la Royal African Company, la Royal Exchange, la South Sea Company. Le banche della City, come la Bank of England e le compagnie assicurative, come Lloyd’s of London, finanziavano e assicuravano queste società.
Molte famiglie mercantili della City, come i Barclays (che successivamente fondarono la banca omonima), accumularono fortune enormi attraverso la tratta degli schiavi.
Anche Spagna, Portogallo e Olanda portavano schiavi nelle loro colonie americane, in Messico, Brasile, Cuba, ecc. e anche questi traffici venivano finanziati dalla City of London.
Chi ne traeva enormi vantaggi era anche la Corona Inglese, che si arricchì significativamente attraverso i traffici della City of London grazie a tasse, monopoli, investimenti e al rafforzamento militare dell’Impero. La City fungeva da motore finanziario, canalizzando i profitti, che sostenevano la monarchia e l’economia britannica. Questo sistema rese la Gran Bretagna una superpotenza, ma a un costo umano immenso. Più di 10 milioni di africani furono sradicati dai loro territori e venduti come schiavi.
XIX secolo – Commercio dell’oppio
Sempre più avidi di denaro, i signori della City non si accontentarono della tratta degli schiavi, la City, nel XIX secolo, finanziò il commercio di oppio attraverso banche, assicurazioni e compagnie commerciali, trattando l’oppio come una merce ad alto profitto.
La British East India Company, con uffici nella City, controllava la produzione di oppio in India e ne organizzava l’esportazione verso la Cina.
Nel XVIII secolo, la Gran Bretagna sviluppò un commercio triangolare tra India, Cina e Europa, con l’oppio come merce centrale. L’oppio, coltivato principalmente in India sotto il controllo britannico, veniva esportato in Cina, dove era molto richiesto nonostante i divieti del governo Qing.
I proventi dell’oppio servivano a comprare le merci che venivano importate dalla Cina come tè, seta e porcellane cinesi, ecc.
Le Guerre dell’Oppio (Prima Guerra, 1839-1842; Seconda Guerra, 1856-1860) furono innescate dal tentativo della Cina di fermare il commercio illegale di oppio e dalle pressioni britanniche tendenti a proteggere i loro interessi economici. La City di Londra fu un attore chiave nel sostenere queste guerre, sia finanziariamente che politicamente.
La Cina perse le due guerre ed alla fine fu costretta a legalizzare il commercio dell’oppio.
L’uso e il commercio dell’oppio venivano favoriti dagli insediamenti militari britannici e dalle (pseudo) missioni cattoliche. Inizialmente, l’oppio era associato alle classi superiori, che lo consumavano in ambienti sociali, come case da tè o salotti privati. Fumare oppio era un simbolo di raffinatezza e ricchezza, simile al consumo di alcol o tabacco in altre culture. Col tempo, l’oppio si diffuse anche tra le classi popolari e divenne una piaga sociale, contribuendo al declino economico della Cina. Milioni di cinesi furono colpiti dalla dipendenza fino al XX secolo, quando il governo mise in atto una decisa campagna per eradicare il consumo di droga nel paese.
Le banche della City come Barclays e HSBC finanziavano il commercio dell’oppio e famiglie della City come i Jardine, i Matheson e i Sassoon hanno accumulato fortune e le loro famiglie sono tuttora in auge. I Sassoon hanno venduto una loro banca, che è diventata la USB (Svizzera) e oggi hanno varie società tra cui la Sassoon & Co che è una società di investimenti. La Jardine Matheson Holdings Limited è oggi una multinazionale quotata alla Borsa di Londra e Singapore, con un fatturato di oltre 36 miliardi di dollari.
Come per gli Schiavi, anche con il commercio dell’oppio la Corona inglese faceva ottimi profitti con l’applicazione di tasse e dazi, non solo sull’oppio, ma anche su tutte le merci importate dalla Cina. I profitti dell’oppio, incanalati attraverso la City, finanziarono infrastrutture come ferrovie, porti (es. i docks di Londra) e industrie, rafforzando l’economia britannica e il potere della Corona.
Vincendo la prima guerra dell’oppio, la Cina fu costretta a cedere all’Inghilterra Hong Kong. Questo ha alimentato un risentimento storico verso la Gran Bretagna, ancora rilevante nei rapporti tra Cina e Gran Bretagna.
I Rothschild nella City
I Rothschild stabilirono la loro presenza nella City of London nel 1809, quando Nathan Mayer Rothschild acquistò la sede al 2 New Court in St. Swithin’s Lane, dove nel 1811 fondò la banca N M Rothschild & Sons.
Dopo la battaglia di Waterloo del 1815, Natan Rothschild, sapendo in anticipo l’esito della battaglia, riuscì a speculare in borsa moltiplicando a dismisura la sua ricchezza. In questo periodo, i Rothschild divennero i principali banchieri della City. La N.M. Rothschild & Sons divenne il principale agente per l’emissione di titoli di Stato britannici, un ruolo che mantenne per gran parte del XIX secolo. Questo rapporto simbiotico con la Banca d’Inghilterra permise ai Rothschild di influenzare indirettamente le politiche monetarie della Gran Bretagna.
I cinque fratelli Rothschild univano e coordinavano i loro sforzi e nel XIX secolo ebbero un ruolo fondamentale nello sviluppo del sistema finanziario moderno. La loro influenza si estendeva oltre il settore bancario, poiché finanziavano case reali e governi, guerre e grandi progetti infrastrutturali come ferrovie e canali. Finanziarono la rete ferroviaria europea e perfino la costruzione del Canale di Suez.
La conquista dell’America
I Rothschild apprezzavano il sistema monetario a debito della Banca d’Inghilterra, che attraverso l’emissione di titoli di stato procurava loro ingenti guadagni.
Per tale motivo, nel XIX secolo tentarono ripetutamente di istituire una banca centrale, sul modello della Banca d’Inghilterra, nella lontana colonia americana.
Vi riuscirono nel 1791 con la creazione della First Bank of United States che fu creata su proposta di Alexander Hamilton, primo Segretario del Tesoro degli Stati Uniti. Anche se non esistono prove che Hamilton fosse un uomo dei Rothschild, è invece molto probabile che lo fosse, perché far emettere denaro ad una banca centrale privata non è certo nell’interesse della popolazione, tanto è vero che il Congresso non rinnovò il mandato ventennale.
Fonti storiche riportano che circa il 70% delle azioni della banca era in mano ad investitori stranieri, principalmente britannici, per cui è molto probabile che i Rothschild fossero tra gli azionisti principali della Banca.
Dopo il caos degli anni dovuti alla guerra del 1812, nel 1816, fu istituita di nuovo una banca centrale privata, la Second Bank of the United States, ancora con un mandato “prudenziale” della durata di solo 20 anni ed anche questa partecipata a maggioranza da azionisti britannici.
Il Presidente Andrew Jackson fu un forte oppositore della Second Bank e la vedeva come un’istituzione elitaria e incostituzionale, opponendosi al suo rinnovo. Nel 1832, il Congresso approvò il rinnovo della concessione alla banca, ma Jackson pose il veto e la banca dovette chiudere i battenti.
In tutto il XIX secolo vi furono vari tentativi da parte dei finanzieri di Londra di istituire una banca centrale privata negli Stati Uniti, ma senza successo.
I Rothschild non agivano direttamente negli USA, probabilmente perché intorno agli anni 1820-30 in Europa scrittori e politici, soprattutto in Francia e Germania, iniziarono a criticare i Rothschild come simbolo del capitalismo senza scrupoli. Forse per questo motivo, man mano, sono quasi scomparsi dalla scena, nei libri di storia non se ne parla, nonostante siano stata la famiglia più ricca ed influente del XIX secolo e direi anche del XX secolo.
Nel 1837 i Rothschild nominarono August Schönberg come loro rappresentante negli USA. August aveva iniziato da giovane a lavorare nella banca inglese dei Rothschild. Trasferitosi negli Stati Uniti cambiò il suo nome in August Belmont e nel 1837 creò una banca di investimenti, la August Belmont & Company, che operava come canale principale per gli interessi dei Rothschild negli Stati Uniti. Belmont agiva come agente esclusivo, coordinando il flusso di capitali europei verso gli Stati Uniti.
Belmont collaborò con altre banche come Kuhn, Loeb & Co., J.P. Morgan & Co., gli Schiff, e con i Warburg. Warburg, Schiff e Loeb avevano realizzato matrimoni strategici, che consolidavano i rapporti tra le loro famiglie e le loro banche. Questi banchieri avevano direttamente o indirettamente intrecci con i Rothschild. La famiglia Schiff, in origine, viveva a Francoforte, nello stesso stabile in cui abitava il capostipite della famiglia Rothschild, Mayer Amschel Rothschild.
Questa rete di banchieri rappresentava il top del potere finanziario negli Stati Uniti.
Il secolo XIX fu caratterizzato da ripetuti tentativi di imporre una banca centrale sul modello della Banca d’Inghilterra. In sostanza i banchieri della City of London volevano creare nella ex colonia USA una banca centrale privata sotto il loro controllo, ma i loro tentativi, dopo la First e Second Bank of United States non ebbero successo.
Il loro progetto trovò una solida opposizione politica da parte di vari presidenti come Abramo Lincoln, James Madison ed Andrew Jackson, nonostante le terribili crisi economiche del 1873 3 del 1893 che mettevano in luce l’esigenza di maggiore controllo del sistema bancario.
1913 – Nasce la Federal Reserve Bank
Nella successiva grave crisi del 1907, il banchiere J.P. Morgan giocò un ruolo cruciale nel contenere la crisi fornendo il supporto necessario a salvare il governo e qualche banca. Ma la crisi del 1907, probabilmente da lui appositamente pilotata, servì a convincere politici ed opinione pubblica che serviva una Banca Centrale.
Nella riunione segreta di Jekyll Island del 1910 (spiegata qui) si riunirono sei personaggi che rappresentavano gli interessi del banchiere J.P.Morgan, del banchiere Paul Warburg e della famiglia Rockefeller. I sei delinearono la strategia politica e mediatica che portò poi alla creazione della Federal Reserve Bank.
Con l’istituzione di tale banca i banchieri della City, con i Rothschild in prima fila, riuscirono a coronare il loro sogno di imporre una banca centrale con un sistema monetario a debito, sul modello della Bank of England. In pratica erano riusciti ad ottenere l’autorizzazione di emettere denaro e prestarlo al governo degli Stati Uniti dietro il pagamento di interessi.
Per pagare quegli interessi servivano nuove tasse, perché, ovviamente erano i cittadini che dovevano sostenere quei prestiti. Ed infatti contestualmente alla nascita della Fedel Reserve nacque anche l’IRS (Internal Revenue Service – equivalente alla nostra Agenzia delle Entrate), istituzione dedita a riscuotere una nuova tassa, la tassa sul reddito. Fu una specie di truffa nei confronti della popolazione, ma quel modello non venne più messo in discussione, anzi fu esportato in tutte i paesi occidentali.
I banchieri della City, già ricchi, aumentarono ancora di più le proprie ricchezze. Gestire l’emissione monetaria dava loro la possibilità di effettuare enormi speculazioni, dato che sapevano in anticipo l’andamento dei tassi d’interesse. È così che man mano il cartello dei banchieri ha aumentato la sua ricchezza e il suo potere, diluito in una miriade di banche, di società ed istituzioni che con partecipazioni incrociate rendono ormai impossibile sapere che vi sia dietro.
Tale potere è andato oltre il potere finanziario; per proteggere la “truffa” serviva una rete di connivenza che è stata estesa alla politica e a tutte le principali istituzioni. Non è un caso se oggi quasi nessuno sappia come funziona il sistema monetario e nessuno ne parla, eppure è alla base di tutti i problemi.
Il cartello dei banchieri ha inoltre fatto in modo che la Federal Reserve fosse avvolta dalla massima segretezza ed indipendenza per cui non si è mai saputo chi siano i proprietari della Federal Reserve. In effetti le quote sono formalmente possedute da altre Banche, che però a loro volta erano e continuano ad essere nel controllo di famiglie di banchieri.
Una cosa certa è che le quote della Federal Reserve non possono essere negoziate, ma si tramandano per successione ereditaria. Sono quindi sempre le stesse poche famiglie che controllano la Federal Reserve. I loro nomi sono rimasti sconosciuti, fino agli anni 50-60 neanche se ne parlava.
Si può immaginare che i detentori delle quote della Federal Reserve fossero i cospiratori di Jekyll Island del 1910 e cioè ii Warbug, i Rockefeller e i Morgan, e a questi si possono aggiungere tranquillamente anche i Rothschild. Alla morte di J.P. Morgan si scoprì infatti che lui era un prestanome dei Rothschild.
Solo intorno agli anni 50 cominciarono a circolare i nomi che risultavano da un sistematico lavoro di ricerca di archivi storici, giornali dell’epoca, testimonianze parlamentari, ecc. effettuato da Eustace Mullins e pubblicate in un suo libro dal titolo “The Secrets of The Federal Reserve”.
Mullins confermava che i detentori di quote della Federal Reserve erano le famiglie Rothschild, Morgan, Rockefeller, Warburg, a cui si aggiungevano gli Schiff ed anche altri gruppi bancari come Goldman Sachs, Lehman Brothers, Lazard.
Sosteneva inoltre che il vero cuore del Cartello era nella City of London nella famiglia Rothschild e sempre nella City c’erano le banche dei Morgan, degli Harriman, dei Schroder, dei Kuhn Loeb e tutti avevano stretti legami con i Rothschild. Attraverso questo intricato sistema di rapporti, proprietà, prestanome, è molto difficile stabilire chi siano veramente i legittimi proprietari, non solo della Federal Reserve, ma anche della principali banche.
Ovviamente tutto ciò è considerata una teoria del complotto!
E per quanto riguarda le altre Banche Centrali, quelle europee? Beh, vale la stessa cosa. Le banche centrali sono di proprietà di altre banche (a meno che non siano state nazionalizzate). Ma attraverso l’intricata rete delle quote azionarie è molto difficile, direi impossibile, risalire a chi detiene il controllo di una banca. Da qualche anno sappiamo con certezza che Fondi come Blackrock, Vanguard e State Street hanno quote significative delle principali banche ed aziende, in genere in qualsiasi settore di attività, e sappiamo che i tre fondi sembrano avere un comune cervello. Ma oltre questi 3 fondi esistono tante altre realtà, come la Bank of America, Merrill Lynch, Goldman Sachs, ecc., che insieme alle quote possedute da Blackrock, Vanguard e State possono raggiungere quella maggioranza che ne sancisce il completo controllo di un’azienda.
I Paradisi Fiscali
Salto il periodo delle Guerre Mondiali, della nascita di Israele, della crisi del 1929, su cui ci sarebbe molto da dire e arriviamo al periodo degli anni 60, quando le colonie di tutto il mondo cominciarono ad ottenere una propria indipendenza.
Quando nel 1956 il presidente egiziano Nasser nazionalizzò il canale di Suez, Gran Bretagna, Francia e Israele si accordarono per invadere l’Egitto. Israele iniziò ad occupare la penisola del Sinai con il supporto di militare di Francia e Gran Bretagna. Immediatamente la Russia minacciò di intervenire militarmente in difesa dell’Egitto. Gli USA, per evitare un allargamento del conflitto, intimarono alla Gran Bretagna di interrompere le attività belliche.
Per Nasser, la guerra fu un grande successo politico, aveva vinto la sua sfida contro le potenze coloniali europee e quella breve guerra accelerò il processo di decolonizzazione e nel volgere di pochi anni pressoché tutta l’Africa si rese indipendente dal colonialismo europeo.
Per la Gran Bretagna fu una grande sconfitta politica, il suo impero coloniale era ormai in dissoluzione, ma fu anche una sconfitta economica perché la sterlina ne risultò enormemente indebolita. Lo smacco dato dalla Russia non è mai stato dimenticato e la Gran Bretagna ha sempre dimostrato un odio verso la Russia.
A protezione della sterlina, la Banca d’Inghilterra limitò la possibilità per i residenti britannici di convertire sterline in valute estere, soprattutto dollari, per evitare un’ulteriore pressione sulla bilancia dei pagamenti, riducendo drasticamente il volume di affari delle banche inglesi.
Ma la Banca d’Inghilterra concesse anche una scappatoia, Le banche commerciali della City di Londra furono in parte esentate da alcune restrizioni, in quanto venivano considerate al di fuori della legislazione della Gran Bretagna. Questa flessibilità fu cruciale per lo sviluppo del mercato degli eurodollari.
Le banche londinesi iniziarono ad accettare depositi in dollari (spesso da paesi come l’URSS o da banche europee che volevano evitare regolamentazioni americane) e a prestarli senza convertirli in sterline, aggirando così i controlli sui cambi britannici. Questo attirò nella City capitali provenienti da tutto il mondo.
Nello stesso periodo prese piede e si sviluppò l’istituto del Trust. Il Trust va oltre la riservatezza del segreto bancario svizzero, in quanto riesce a nascondere oltre che il nome del proprietario ed i suoi depositi bancari anche altri beni di valore come quadri, immobili, azioni, aziende, auto, aerei, ecc.
Banche e studi legali della City misero a punto il già esistente Istituto del Trust, specializzandolo in tante varianti e esportandolo nei paesi d’oltremare della Gran Bretagna (Cayman, Isole Vergini Britanniche, Bermuda, Bahamas, ecc, ma anche in territori più vicini come le isole Jersey e Guernsey).
La legislazione relativa al Trust prevede che non vi sia nessun obbligo finanziario e nessun obbligo alla presentazione di rendiconti annuali. Sono beni che legalmente non appartengono a nessuno, sia ai fini fiscali che di successione ereditaria. Il Trust gioca sul concetto di proprietà; il proprietario dei beni li consegna ad un fiduciario (studio legale) e legalmente non ne è più proprietario, quei beni non vengono tassati e non si può risalire a chi ne sia il proprietario.
Queste regole sono stata la manna per attività illegali, tanto da attirare enormi capitali da tutto il mondo. Il video dice che Il business decollò da 500 miliardi di dollari del 1980, a 4,8 trilioni di dollari del 1988, e nel 1997 quasi 90% di tutti i presiti internazionali venivano erogati tramite questo mercato.
Oltre alla Gran Bretagna, anche gli Stati Uniti sono i maggiori utilizzatori dei paradisi fiscali. Anche la CIA ed altri corpi di intelligence internazionali hanno usato i servizi finanziari della City per eludere controlli su movimenti di denaro illegali.
La City of London è stato e rimane il catalizzatore per tutti questi paradisi fiscali, anche se deve competere con altri centri come Singapore, Hong Kong e Dubai, che offrono servizi simili al Trust, ma spesso con regolamentazioni meno stringenti.
Tutti i tentavi di far emergere queste ricchezze sono falliti, perché il sistema protegge le ricchezze di chi dovrebbe decidere di renderle pubbliche.
Ogni volta che la Gran Bretagna è stata accusata di proteggere questo sistema ha sostenuto che purtroppo non può fare niente perché questi paesi dei paradisi fiscali sono indipendenti.
In realtà mente, perché dice che questi luoghi sono indipendenti, ma è proprio la Gran Bretagna che nomina i governatori e i funzionari di questi territoti. La Gran Bretagna ha quindi un forte controllo politico su questi territori d’oltremare.
I paradisi fiscali sono stati lo strumento usato da vari leader africani corrotti per nascondere le loro ricchezze, rubate al loro paese, traferendole all’estero. Il binomio paradisi fiscali e multinazionali ha di fatto depredato la ricchezza dell’Africa. Questa ricchezza si è accumulata nella Gran Bretagna e negli Stati Uniti, a scapito dei paesi in via di sviluppo.
Al giugno 2024, nel Regno Unito risultavano presenti 328 istituzioni finanziarie monetarie (MFI), di cui 117 banche con sede nel Regno Unito, mentre le restanti 211 erano di origine straniera, prevalentemente con uffici nella City di Londra. Queste includevano banche provenienti da paesi dell’Unione Europea, Stati Uniti, Giappone, e altre nazioni sviluppate. Questo dà un’idea della quantità di denaro che ancora riesce ad attirare la City of London.
Da una analisi più recente effettuata da Smartscrapers (gennaio 2025) risulta che nella City di Londra hanno sede 95 banche, ma questa cifra si riferisce quasi certamente a istituzioni con presenza fisica (uffici o filiali). Una stima più completa, comprendente anche le banche che non hanno filiali od uffici, ma che hanno comunque una sede legale nella City, indica che il numero totale di banche con sede nella City potrebbe spaziare da 250 a 310.
Una triangolazione sospetta
Avrei potuto intitolare questo articolo come “L’Impero del Male” dato che la Gran Bretagna è diventato un impero fondando la sua ricchezza nel depredare altri paesi, prima con il commercio degli schiavi, poi con il commercio dell’oppio e infine con i paradisi fiscali.
Dietro tutte queste attività c’è sempre stata la City of London e la Corona Inglese, ma non può non esserci anche la dinastia dei Rothschild, che oltre ad avere una residenza nella City ha accumulato una fortuna enorme che quasi sicuramente è stata usata per avere il controllo occulto di banche e grandi aziende attraverso legami familiari, partecipazione incrociate, accordi con altre famiglie di banchieri.
Rothschild e Rockefeller sono riusciti a creare la Federal Reserve Bank e un sistema monetario a credito che è tuttora in vigore che trasferisce ricchezza dalla popolazione al sistema bancario e tale sistema non è mai stato messo in discussione fino ad ora. Questo dimostra la forza del loro potere, nessuno vuole mettersi contro questo potere, o per ignoranza o per paura di possibili conseguenze.
Intendo solo farvi notare delle coincidenze, di fatti apparentemente senza un legame tra di loro.
- Esiste un cartello di banchieri, chiamiamolo i banchieri delle banche centrali, che ha in mano il sistema monetario e l’emissione monetaria. Questo cartello ha avuto origine con la creazione della Federal Reserve Bank e vede come protagonisti principali le famiglie dei Rothschild e dei Rockefeller.
- Il centro finanziario del mondo sembrerebbe essere la City of London, che a giudicare dalle attività sopra descritte getta un’ombra di illegalità su tutto il sistema bancario.
- La famiglia Rothschild ha avuto una enorme influenza sulla Banca d’Inghilterra e sulla Federal Reserve e ha la sua sede principale a Londra.
- La famiglia Rothschild è stata un tassello decisivo nella nascita dello Stato di Israele. Con la dichiarazione di Balfour (I Guerra Mondiale) riuscì a far diventare Israele un protettorato inglese. Dopo la II Guerra Mondiale, Israele è diventato uno stato indipendente, sotto il patrocinio dei Rothschild. Ad esempio la fondazione filantropica “Yad Hanadiv”, fondata dalla famiglia Rothschild ha finanziato numerosi progetti in Israele, tra cui la costruzione del Knesset (parlamento), della Corte Suprema e della Biblioteca Nazionale.
- Lo scandalo Jeffrey Epstein ha fatto emergere che sull’isola di Epstein venivano fatti festini con minorenni a cui hanno partecipato personaggi politici di alto livello, e che tutto veniva filmato probabilmente per ricattare quei personaggi. I teorici del complotto affermano che Ghislaine Maxwell, la compagna di Epstein, lavorasse per i servizi segreti israeliani, il Mossad, come anche suo padre. Questa accusa ovviamente non trova conferme. Nel 2021 Ghislaine Maxwell è stata condannata a 20 anni di carcere negli Stati Uniti per traffico di minori e altri reati legati agli abusi commessi con Epstein. Rimane il fatto che Epstein si è suicidato in carcere e c’è chi sostiene non sia stato un suicidio. Rimane anche un velo di mistero sulla fortuna accumulata da Epstein; alla sua morte è risultato un patrimonio di 580 milioni di dollari. In conclusione c’è il sospetto che il Mossad volesse avere armi di ricatto nei confronti dei leaders americani per obbligarli a prendere decisioni gradite ad Israele.
- È stato un inglese, Boris Johnson a sabotare l’accordo di pace tra Zelensky e Putin già concordato ad aprile 2022, solo due mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina. Che motivazioni avrà avuto Johnson per convincere Zelensky a non firmare l’accordo e a continuare a proseguire una guerra che ha distrutto l’Ucraina e provocato ulteriori centinaia di migliaia di morti? In nome di chi ha agito Johnson?
- Donald Trump ha sferrato un attacco frontale alla Federal Reserve e a tutti i progetti attribuibili ai poteri forti, al cartello dei banchieri. Trump è andato contro la moneta digitale CBDC e ha assunto un atteggiamento più amichevole nei confronti della Russia, con il fermo intento di porre fine alla guerra. L’Unione Europea, invece di appoggiare Trump, e soprattutto tentare di riallacciare rapporti con la Russia per riottenere gas a basso costo e porre fine alla guerra si è schierata compattamente contro Trump. I paesi dell’Unione Europea, governi e mezzi di comunicazione, sono stati critici contro Trump ed Elon Musk, hanno continuato a finanziare la guerra e soprattutto hanno continuato a portare avanti il progetto di Euro Digitale. L’Europa, non solo si è allontanata da Trump ma ha stretto rapporti con il più acerrimo nemico della Russia, la Gran Bretagna. Si è creato il cosiddetto Gruppo dei Volenterosi, che sta facendo di tutto per ostacolare la pace tra Ucraina e Russia e a capo dei volenterosi sembrano esserci la Gran Bretagna e la Francia.
- Sapete che la fortuna dei Rothschild è stata creata soprattutto finanziando le guerre?
- Sapete che Macron ha dal 208 al 2012 ha lavorato come associato nella banca dei Rothschild e che ha una straordinaria somiglianza con la baronessa Liliane de Rothschild, del ramo francese dei Rothschild. Ciò non significa che sia suo figlio, ma che ha caratteristiche somatiche sorprendentemente uguali a quelle di un membro della famiglia Rothschild.
Tutto ciò ovviamente non dimostra niente, ma questi legami e coincidenza fanno comunque sorgere dei leciti sospetti. Vi lascio queste note come elemento di riflessione, sta a voi trarre eventuali conclusioni.